Il compleanno di Paola è sempre un’occasione speciale e le occasioni speciali si festeggiano in un ristorante dove ci si sente come a casa. Per noi il Vitello d’Oro è un prolungamento della nostra sala da pranzo. E’ davvero speciale e sincera l’amicizia che da anni ci lega a Max e Gianluca, alle loro famiglie, ai loro genitori.

Ma facciamo un passo indietro e diciamo due parole su questo luogo per noi magico. Il Vitello d’Oro è il più storico locale per la ristorazione di Udine. Addossato alla cinta muraria dell’antica città medioevale è un’istituzione per i gourmet ed appassionati della buona cucina della regione.

Da 50 anni, infatti, la famiglia Sabinot ha la gestione del ristorante. Papà Tony e mamma Gigliola hanno passato il testimone ai figli Massimiliano e Gianluca. Il primo, chef vulcanico dal carattere dirompente, ama la cucina leggere ed elegante. Curata e mai banale. Si lascia contaminare dalle tendenze della cucina etnica che sfiora nei suoi viaggi all’estero. Gran pedalatore e provetto sciatore non manca mai di stupirci con piatti sempre ricchi di emozioni. Il secondo, apparentemente sornione e distaccato, è invece attentissimo alle reazioni di che è in sala per cenare. Vi capiterà di trovarvelo al tavolino proprio mentre stavate pensando di chiamarlo. Sempre in sella alla sua inseparabile Harley Davidson di cui è molto orgoglioso saprà guidarvi nel vostro percorso culinario.

Al ristorante si accede attraversando un elegante cortile esterno che diventa dehor estivo, spazio magico per le cene al tepore della città.

All’interno verrete sopraffatti dalla sensazione di bellezza. Il ristorante infatti, è stato di recente restaurato. In un gioco di modernità e recupero si rivela la magnifica struttura di una costruzione ottocentesca. Lampadari elegantemente moderni e travi a vista che raccontano la storia del locale. Pavimenti riportati a nuovo splendore e arredamenti dal gusto moderno e chic.

Ci accoglie Gianluca, gran cerimoniere e già coi calici di benvenuto in mano per noi. Facciamo un cin all’ingresso per poter godere del meraviglioso angolo nel quale un tavolino moderno e due lampade sfavillanti fanno da contorno a una parete di pietra medioevale di recente riportata alla luce e ci deliziamo subito con un cartoccio del leggendario fritto misto di laguna di Max, da mangiare con le mani e rigorosamente leccandosi le dita! Poi, data la stagione, usciamo dal locale e ci accomodiamo nel cortile esterno dove si respira un’aria serena ed elegante.

Questo l’inizio del nostro viaggio che ci porterà a degustare una cena deliziosa, intrigante ed impeccabile. Ricordo solo, per dovere di cronaca, che abbiamo avuto la fortuna di passare al Vitello una delle prime sere in cui veniva presentato il menù estivo ( quello primaverile, purtroppo, se l’è portato via il lock down causa pandemia…)

Per la scelta dei piatti e la loro sequenza ci siamo affidati a Max e Gialuca. 

Siamo partiti con i Tacos di Mare, presentati in una originale struttura in alluminio trovano posto una tortilla di mais con polipo, burrata e acciuga, una con seppie e avocado e una con capasanta e mango.

A seguire Max ha scelto per noi un piatto che non manca mai negli antipasti del Vitello: il Crudo di Pesce che c’è… e per noi c’erano scampi, gamberi rossi, calamari, trota di San Daniele, ombrina, ricciola e tonno.

I primi piatti sono stati introdotti dal Baccalà Spring: del baccalà mantecato in foglia di riso cotta a vapore, salsa al cocco e zenzero.

E’ arrivato poi quello che non faccio fatica a definire il piatto principe della serata: gli Spaghetti Freddi. Un’insalata di spaghetti freddi, gallinella, mazzancolle, crema di pistacchi e capperi.

Concludono la degustazione dei primi i Ravioli & Astice. Ravioli di pasta fresca all’astice e panna acida con le uova di arringa e aneto.

La scelta del piatto da gustare come rappresentante dei secondi del Vitello è caduta sullo Spada e Pomodoro, pesce spada appena scottato, pomodoro fresco e basilico e mozzarella di bufala.

Prima di chiudere la serata col dolce abbiamo gradito un rinfrescante intermezzo: Sorbetto di Lamponi e Lici con sbisa di mandorle.

Dopo averne sentito parlare a lungo la scelta del dolce è stata condivisa e la scelta è caduta sulla Zuppa Inglese a modo mio (a modo di Max, ben inteso…), pan di Spagna al cacao e rhum, sciroppo d’acero e cremoso al cioccolato e vaniglia. 

Solo due parole al volo su quello che abbiamo bevuto; naturalmente queste scelte sono state dibattute, se così si può dire, con Gianluca che si occupa della sala e quindi delle proposte dei vini: abbiamo accompagnato il fritto di Max e la prima parte della cena con champagne Perrier Jouet 2014 per festeggiare il compleanno di Paola e la fine del Lock down e poi abbiamo assaggiato due vini di una piccola azienda Friulana (Azienda Agricola Obiz): Malvasia 2019 e il Natissa Rosso Riserva 2016.

Siamo così alla fine della nostra serata! Cenare al Vitello d’Oro è un’esperienza fatta di eleganza, raffinatezza, stupore, sia per la bellezza dei luoghi che per la bontà e bellezza dei piatti. Ultima, ma non ultima, c’è quella dose di giusta “familiarità” che riescono a trasmettere Max, Gianluca e i loro staff facendo sentire chi è loro ospite un cliente privilegiato. E’ bello ritrovare nei piatti di Max le contaminazioni raccolte nei suoi viaggi o farsi ammaliare dai mille aneddoti che Gianluca può raccontare. Papà Tony e mamma Gigliola stanno lasciando il ristorante di famiglia in ottime mani e la nuova generazione ha costruito un team di lavoro che garantirà al ristorante-icona di Udine un futuro scoppiettante! Avanti tutta ragazzi!